Il teatro è in crisi, gli spettatori sono pochi…
Una “scalcagnata” compagnia teatrale, guidata da un capocomico millantatore di successi internazionali, per superare le difficoltà del momento, si impegna a rappresentare in un famoso teatro di Mosca una commedia di tradizione napoletana di sicuro successo.
Equivoci, minacce e ritorsioni lo costringono a cambiare la commedia da rappresentare e considerare il vasto repertorio del teatro russo: la scelta cade sul teatro di Cechov.
Finalmente il grande interprete può cimentarsi in teatro da par suo, “attore di prosa italiana”, e con la sua compagnia portando in scena un classico autore russo.
È Cechov dell'Orso, (una vedova, nonostante desideri rimanere per sempre lontana dal mondo, dopo la morte del marito, viene visitata da un creditore del defunto consorte e, in seguito ad una feroce lite tra i due, nasce un amore passionale e repentino) e della Domanda di matrimonio, (un possidente ipocondriaco malato di cuore Lomov viene a chiedere in moglie la figlia del possidente Cubukov. una zitella bisbetica che vuole sempre per sé l'ultima parola, cosi dalla discussione senza esclusione di colpi sul possesso di un piccolo prato a quella sui rispettivi cani da caccia, si consuma la promessa di una serena e normale vita matrimoniale) “aggiustati” per l’occasione: i protagonisti parlano in “dialetto”, si fraintendono di continuo, urlano…
Gli atti unici di Cechov, portati in scena dai quattro guitti, interpretati da un quartetto di attori che attingono dalla loro lunga e riconosciuta esperienza teatrale spontanea e coinvolgente comicità, rimangono comunque modelli irresistibili di farsa.